La
località di San Leucio sorge alle pendici
dell'omonimo colle e prende il nome da una
chiesetta longobarda intitolata al Santo.
Come tutte le opere d'arte campane
si distinguono per bellezza e immortalità,
anche il Complesso Monumentale Belvedere di San
Leucio ne prende parte e arricchisce di storia e
contemporaneità il territorio
casertano.
Innamorato del luogo, Ferdinando IV
fece restaurare e trasformare il Belvedere per la
piccola comunità che vi risiedeva. Decise
così di dare nuova vita alla manifattura di
calze e veli già presente sin dal 1775 e
diede ordine all'architetto Collecini di costruire
un edificio industriale per tutto il ciclo di
lavorazione della seta, avente per centro l'antico
palazzo.
Nel
1778 si dette l'avvio alla lavorazione della seta -
dalla coltivazione dei gelsi alla cura del baco,
dalla filatura alla tintura e tessitura della seta,
dalla distribuzione alla commercializzazione dei
manufatti - e alla costruzione degli edifici della
scuola normale e delle abitazioni.
Una
struttura illuminata e industrializzata come questa
fu da esempio per tutta l'Europa.
Nel
1779 Ferdinando IV promulgò il codice di
leggi che regolava la vita della "Reale Colonia di
San Leucio".
La
Rivoluzione partenopea prima (1799) e l'arrivo dei
Francesi, poi (1805), fecero svanire il progetto e
la colonia di San Leucio andò sempre
più regredendo anche con il ritorno del Re
dalla Sicilia dopo i dieci anni di occupazione
francese.
Dopo l'Unità d'Italia,
divenne prima proprietà demaniale, poi
comunale, con la successione di diverse gestioni
fino al fallimento, nel 1910, dell'ultima
società che lo gestiva.
Durante le giornate soleggiate,
dalla terrazza del Belvedere, ci troviamo ad
ammirare la Reggia di Caserta e il Golfo di
Napoli.
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